Che lo Spirito Santo dopo il Conclave che ci ha donato Papa
Francesco, faccia gli straordinari…
Lettera al futuro Capo
Noi non sappiamo oggi chi
sarà il nuovo Capo della Polizia che sarà nominato forse venerdì e che eredita il ruolo di Antonio Manganelli. Di
nomi ne circolano diversi, anche di nuovi.
Noi ci rivolgiamo comunque a Lei signor prefetto (perché che
sia un prefetto made in Polizia o no è quasi sicuro) che come erede dell’amato
Antonio Manganelli dovrà molto impegnarsi e spendersi innanzi tutto per
recuperare alla Polizia il ruolo che le compete.
Per riassumere lo
stato di imbarazzo e di angoscia degli agenti basta riproporre questa drammatica
foto della situazione in cui si è trovato il 7° Reparto Mobile di Bologna il 27
maggio scorso.
Ecco Lei da quella foto potrà capire che la condizione è ormai al limite.
Costringere la Polizia a battere in ritirata da una piazza centrale di una
città è segnale molto preoccupante non tanto per gli agenti quanto per i
cittadini.
La situazione dell’ordine pubblico e della criminalità sta
superando i normali argini del quotidiano. Ora serve rimotivare la Polizia che
si attende diritti e mezzi, (non mezzi
diritti!), più coordinamento fra le divise in campo e meno concorrenza fra
loro, per risparmiare sui doppioni nei servizi e nelle competenze per materia e
territorio, non invece sugli stipendi e le indennità, sulle vetture e le
tecnologie per contrastare il crimine e per garantire la sicurezza sulle
strade.
Le ricordiamo che la frustrazione e, a volte, la sfiducia negli ultimi mesi sono cresciute
molto. Basta leggere i blog dove si raccolgono gli amari sfoghi degli agenti a
paginate. Emerge spesso il concetto: ma chi ce lo fa fare per uno stipendio da
fame di fronteggiare, da inadeguati su tutto, certe situazioni di rischio per
la vita o per la nostra stessa permanenza in libertà. Sì lo sappiamo, lo
sappiamo che poi comunque gli agenti fanno sempre la loro parte, però è ora di
affrontare la situazione con argomenti qualificati.
Signor prefetto ripartiamo dalla motivazione, dalla
formazione, dall’aggiornamento professionale, ripartiamo da un rapporto col Governo che
chiarisca che la sua Polizia o meglio la Polizia degli italiani per bene (ma le
forze dell’ordine in generale), sta rischiando di toccare livelli minimi di
motivazione, di fiducia e di forza.
Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: questa Polizia sta
diventando troppo povera e rischia di diventare una povera Polizia (e poveri i
cittadini !!)
Tagli a sequenza rapida su vetture, benzina, esercitazioni
di tiro, addestramento, con un coordinamento inesistente e una confusa modalità
di impiego delle polizie dello stato e delle polizie locali, blocco degli
stipendi, degli scatti biennali, dei contratti di lavoro, blocco parziale dei turn
over con ovvio invecchiamento degli agenti che hanno un’età media di 44 anni,
vuoti nell’organico di oltre 20.000 agenti sommando i vari corpi di polizia,
nessuna sala operativa comune e sperimentali centralini del soccorso pubblico che
vengono gestiti dai “laici”. Poi quando si vede che l’onda della criminalità
sale, sale, sale ecco che si inviano 140 poliziotti e carabinieri a Milano, e
dopo gli omicidi di questi giorni ne manderemo altri 140 a Roma? E a Bologna, a
Napoli?. Lo sappiamo bene che poi
saranno riassorbiti appena qualche altro elemento distrattivo avrà
la meglio (o la peggio) sull’opinione pubblica.
A tutto questo aggiungiamo le umiliazioni che devono subire
le forze di polizia che quando sbagliano patiscono l’aggravante di essere pubblici
ufficiali e operatori in divisa, pagando con condanne “esemplari” a volte accompagnate da rimborsi
costosi per le parti lese, con agenti che devono vendere casa per pagarsi gli
avvocati e le spese di giustizia. Quando le vittime sono gli agenti allora il
discorso si ribalta. Allora intervengono le attenuanti più strane ad alto
profilo sociologico dove si tiene conto
anche del
''contesto di vita famigliare'' nel quale l'omicida è
cresciuto “caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti
di riferimento'' e dalla ''totale assenza di scolarizzazione''.
Ecco, magari per il futuro si dovrà cominciare ad invocare
per gli agenti l’attenuante della parziale assenza di addestramento e
coordinamento?
Qui serve veramente l’intervento in straordinario dello
Spirito Santo (almeno a lui sarà pagato?) perché come nel conclave del 13 marzo
nella Cappella Sistina, dove il Paraclito ha fatto veramente un bel lavoro con
l’elezione di questo eccezionale e amatissimo Papa Francesco, illumini le menti
dei ministri affinché nominino un Capo carismatico, professionale che sappia
valutare, difendere e custodire i suoi agenti, per custodire il suo Paese.
Cioè Lei.
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
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