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mercoledì 29 maggio 2013

Venerdì forse sarà nominato il nuovo Capo della Polizia


Che lo Spirito Santo dopo il Conclave che ci ha donato Papa Francesco, faccia gli straordinari…
Lettera al futuro Capo



Noi non sappiamo oggi chi  sarà il nuovo Capo della Polizia che sarà nominato forse venerdì e  che eredita il ruolo di Antonio Manganelli. Di nomi ne circolano diversi, anche di nuovi. 
Noi ci rivolgiamo comunque a Lei signor prefetto (perché che sia un prefetto made in Polizia o no è quasi sicuro) che come erede dell’amato Antonio Manganelli dovrà molto impegnarsi e spendersi innanzi tutto per recuperare alla Polizia il ruolo che le compete.

Per  riassumere lo stato di imbarazzo e di angoscia degli agenti basta riproporre questa drammatica foto della situazione in cui si è trovato il 7° Reparto Mobile di Bologna il 27 maggio scorso.
Ecco Lei da quella foto potrà  capire che la condizione è ormai al limite. Costringere la Polizia a battere in ritirata da una piazza centrale di una città è segnale molto preoccupante non tanto per gli agenti quanto per i cittadini.
La situazione dell’ordine pubblico e della criminalità sta superando i normali argini del quotidiano. Ora serve rimotivare la Polizia che si attende diritti e mezzi,  (non mezzi diritti!), più coordinamento fra le divise in campo e meno concorrenza fra loro, per risparmiare sui doppioni nei servizi e nelle competenze per materia e territorio, non invece sugli stipendi e le indennità, sulle vetture e le tecnologie per contrastare il crimine e per garantire la sicurezza sulle strade.
Le ricordiamo che la frustrazione e,  a volte,  la sfiducia negli ultimi mesi sono cresciute molto. Basta leggere i blog dove si raccolgono gli amari sfoghi degli agenti a paginate. Emerge spesso il concetto: ma chi ce lo fa fare per uno stipendio da fame di fronteggiare, da inadeguati su tutto, certe situazioni di rischio per la vita o per la nostra stessa permanenza in libertà. Sì lo sappiamo, lo sappiamo che poi comunque gli agenti fanno sempre la loro parte, però è ora di affrontare la situazione con argomenti qualificati.
Signor prefetto ripartiamo dalla motivazione, dalla formazione, dall’aggiornamento professionale,  ripartiamo da un rapporto col Governo che chiarisca che la sua Polizia o meglio la Polizia degli italiani per bene (ma le forze dell’ordine in generale), sta rischiando di toccare livelli minimi di motivazione, di fiducia e di forza.
Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: questa Polizia sta diventando troppo povera e rischia di diventare una povera Polizia (e poveri i cittadini !!)
Tagli a sequenza rapida su vetture, benzina, esercitazioni di tiro, addestramento, con un coordinamento inesistente e una confusa modalità di impiego delle polizie dello stato e delle polizie locali, blocco degli stipendi, degli scatti biennali, dei contratti di lavoro, blocco parziale dei turn over con ovvio invecchiamento degli agenti che hanno un’età media di 44 anni, vuoti nell’organico di oltre 20.000 agenti sommando i vari corpi di polizia, nessuna sala operativa comune e sperimentali centralini del soccorso pubblico che vengono gestiti dai “laici”. Poi quando si vede che l’onda della criminalità sale, sale, sale ecco che si inviano 140 poliziotti e carabinieri a Milano, e dopo gli omicidi di questi giorni ne manderemo altri 140 a Roma? E a Bologna, a Napoli?. Lo sappiamo bene che  poi saranno  riassorbiti  appena qualche altro elemento distrattivo avrà la meglio (o la peggio) sull’opinione pubblica.
A tutto questo aggiungiamo le umiliazioni che devono subire le forze di polizia che quando sbagliano patiscono l’aggravante di essere pubblici ufficiali e operatori in divisa, pagando con condanne  “esemplari” a volte accompagnate da rimborsi costosi per le parti lese, con agenti che devono vendere casa per pagarsi gli avvocati e le spese di giustizia. Quando le vittime sono gli agenti allora il discorso si ribalta. Allora intervengono le attenuanti più strane ad alto profilo sociologico dove  si tiene conto anche del
''contesto di vita famigliare'' nel quale l'omicida è cresciuto “caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento'' e dalla ''totale assenza di scolarizzazione''.
Ecco, magari per il futuro si dovrà cominciare ad invocare per gli agenti l’attenuante della parziale assenza di addestramento e coordinamento?
Qui serve veramente l’intervento in straordinario dello Spirito Santo (almeno a lui sarà pagato?) perché come nel conclave del 13 marzo nella Cappella Sistina, dove il Paraclito ha fatto veramente un bel lavoro con l’elezione di questo eccezionale e amatissimo Papa Francesco, illumini le menti dei ministri affinché nominino un Capo  carismatico, professionale che sappia valutare, difendere e custodire i suoi agenti, per custodire il suo Paese.
Cioè Lei.

Giordano Biserni
Presidente ASAPS


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